Archivi categoria: Bollettini e periodici

Cronache federaliste – Anno XIII n°1 – Marzo 2014

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MEDITERRANEO ED EUROPA: UN BINOMIO INSCINDIBILE

Ancora oggi, analizzando la realtà geopolitica dei territori che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, appare evidente la straordinaria funzione storica di cerniera fra tre continenti svolta da questo mare, nel senso che essa è determinata dall’inevitabile contatto fra popolazioni contigue, etnicamente e culturalmente diverse fra loro, con la conseguenza di costringerle a sperimentare occasioni di confronto e di scambio, ma anche di conflitto, e di constatare, e talora condividere, le ragioni sufficienti – si direbbe quasi strutturali – di interrelazione e interdipendenza delle rispettive comunità socio-politiche, interessate a portare avanti ciascuna il proprio sviluppo socio-economico, però in una prospettiva ineludibile d’integrazione politica, a fronte dello scenario internazionale.

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Cronache federaliste Anno XII n°3 – Novembre 2013


PER UN’ EUROPA DI NUOVA GENERAZIONE

Il governo di larghe intese, che si è rafforzato con gli ultimi “comici” avvenimenti, non è un’anomalia italiana, ma ormai il modello che tende a prevalere in diversi Paesi europei.
Il grande centro, tuttavia, non è punto di equilibrio virtuoso tra forze contrapposte, ma rappresenta lo stallo, il disperato tentativo delle classi dominanti di mantenere lo status quo, il segno di una politica diventata “amorfa”, cioè incapace di trovare una forma e un contenuto diversi da quelli del neoliberismo e dell’austerity per uscire dalla grande depressione che sta impoverendo, sul piano economico e dei diritti sociali, la grande parte della popolazione europea.
Per questo le prossime elezioni europee sono una grande occasione per far sentire che esiste un’altra visione dell’Europa, una vera via d’uscita dalla crisi.
Questa nuova via che dobbiamo aprire ha una parola chiave: riequilibrio. Riequilibrare per trasformare la società europea nel senso della democrazia, della giustizia e dell’equità.

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Il Pensiero federalista – Anno XII n°3, Ottobre 2013

Fare l’Europa
Maastricht, 1992. l’Europa dei diritti e dei cittadini*

Elio Scaglione

Il tema che mi è stato proposto di svolgere – l’Europa dei diritti e dei cittadini – sembra a prima vista circoscrivere attraverso un’ottica alquanto specifica un importante aspetto di quella complessa realtà storico-politica che sogliamo definire riassuntivamente col termine di Europa; nel senso che induce a individuare un ambito europeo non solo genericamente geografico, ma uno spazio comune in cui si sia realizzata, o si venga realizzando, una convivenza ordinata di pace e di prosperità condivise – che è un obiettivo politico – e quindi il luogo ideale in cui la complessità viene ridotta entro un orizzonte concettuale politico più che specifico, proprio attraverso la caratterizzazione suggerita dai termini adoperati: un’Europa concepita e realizzata per via di una duplice caratterizzazione di natura sostanzialmente giuridica (l’Europa, appunto, dei diritti), ma anche socio-antropologica (l’Europa dei cittadini) strettamente interrelate l’un l’altra.

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Il Pensiero federalista – Anno XII n°2 – Aprile 2013

Italia 1861-2011
Istituzioni e società in Italia dalla Resistenza al progetto d’unità europea*
Rodolfo Gargano
1. Premessa. Il federalismo nella Resistenza e il problema dell’unità europea

Il convincimento che la vera alternativa al fascismo fosse la costruzione della federazione europea, e la sua distruzione la necessaria premessa, si sparse abbastanza rapidamente negli ambienti antifascisti, e particolarmente in Filippo Turati, e nel gruppo di “Giustizia e Libertà”, anche se fu soprattutto Carlo Rosselli che arrivò a coniugare il federalismo con l’aspirazione all’unità europea, secondo una scelta che sarebbe stata alla base dell’elaborazione teorico-pratica del federalismo europeo di Altiero Spinelli al confino di Ventotene.
In realtà, anche nella Resistenza non furono in molti né coloro che compresero la necessità di collegare il problema della rinascita della democrazia in Italia con quello del riassetto politico dell’Europa, né coloro che intuirono che la questione del decentramento delle istituzioni dello Stato o del federalismo infranazionale andava necessariamente ripensata alla stregua più in generale del rapporto fra gli Stati e nell’ambito internazionale. Turati, e con lui parecchi dei socialisti attorno a “Critica sociale”, vanno compresi certamente tra i primi, ma non si può tralasciare fra i socialisti Andrea Caffi, che pure elaborò posizioni estremamente coraggiose ed originali sul tema dello stato nazionale,

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Cronache federaliste – Anno XII n°2 – Maggio 2013

Il RUOLO DELLA SCUOLA NELL’EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA EUROPEA


Com’è noto, l’anno 2013 è stato proclamato dalla Commissione dell’Unione Europea l’anno della cittadinanza europea, e pertanto anche per tale motivo appare più che mai opportuno assumere tale argomento come uno di quelli per i quali vale la pena di spendere a favore dei giovani un’iniziativa di promozione del senso civico e di appartenenza all’Europa, al giorno d’oggi forse non sufficientemente posta all’attenzione della comunità che vive e si esprime nella scuola.
Occorre premettere per la verità che in questo ambito le istituzioni comunitarie sia direttamente che per il tramite degli Stati membri hanno svolto un’apprezzabile attività di supporto e di impulso che in una qualche misura si è riverberata in tutta l’Unione. Tuttavia non si afferma nulla di nuovo quando si osserva che la consapevolezza di appartenenza all’Europa, non ultimo per le note vicende della crisi economica dell’Eurozona, in tutti i nostri Paesi, e segnatamente nel nostro Meridione, è entrata in una fase critica che in taluni casi ed ambienti ha prodotto forme di euroscetticismo del tutto incompatibili con la dimensione europea dell’educazione alla cittadinanza.

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